martedì 12 maggio 2020

Silvia Romano: spezziamo la catena.

Dopo una abbondante decina di anni la maggior parte delle persone dovrebbero (e non hanno, ovviamente) avere capito che su tutte quelle che sono questioni come quella di Silvia Romano QUEL mondo informatico (la destra, il populismo, una certa "stampa" ) realizza queste delicate accuse con un duplice scopo: al cinquanta per cento raccoglie, indigna, semina dubbio, al cinquanta per cento crea reazioni sdegnate e spaginate di articoli pronti a gridare contro. 
Ora: è un gioco di sopravvivenza. Loro sono gli amici scemi che provocano il bullo di turno e piangono quando vengono menati, salvo ripetere la stessa scena il giorno dopo. 
E' desiderio di attenzione, è la necessità di esistere e esistere può voler anche dire pubblicare coscientemente articoli e accuse di basso livello, che in parte imbarbariscono quel piccolo pubblico, in parte consentono di mantenere una visibilità che altrimenti mai potrebbero avere.
Per cui tutte le spaginate di testo (corrette, sincere, piene di buoni valori) che state pubblicando sono in buona sostanza come dei link Amazon che portano a questa strana realtà dove tutti conosciamo un Feltri o un Sallusti mentre non abbiamo idea dei nomi di chi scrive articoli di qualità e approfonditi.
E cosa diciamo quando c'è il tema di quel provocatore scemo che poi viene menato dal bullo? Ignoralo. 
E la smetterà. 
Per cui abbiamo un fatto (la liberazione di Silvia Romano) e una sola visione sensata (che è un fatto positivo, perchè è una nostra cittadina liberata, tutto qui) e dei provocatori scemi che richiedono la nostra attenzione. 
Cerchiamo di evitare il solito errore di dargli visibilità e di percepire che con la nostra condivisione di un post di ottanta righe che spiega le nefandezze di QUEL giornalismo non serve a cambiare nessuna opinione (al massimo a farci sentire migliori, come se nel 2020 una cascata di like fosse un metro di giudizio sensato) mentre un sano silenzio interrompe la catena fatto-indignazione-controindignazione-articolisullaindignazione-editorialidelcaffè e spezza le gambe a chi ha impostato la vita sul promuovere valori negativi, violenti e irrispettosi. 
Lasciamo soli quei bulletti: sarà un mondo migliore.

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